Spezzatino E3 – Terze parti, Indie

Ubisoft:

Ubisoft ormai si porta dietro da anni una brutta fama in fatto di giochi poco curati, e di poca fantasia nel soddisfare sopratutto il giocatore medio con dosi importanti di ignoranza, (Just Cause, Far Cry, Assassin’s Creed, South Park, Just Dance tutti riproposti a questo E3 tranne il primo) stavolta senza sapere veramente leggere ne scrivere si porta a casa la palma di miglior conferenza, per stile dello show, gameplaying mostrati, ritmo e una gran dose di varietà e sorprese.

L’inizio con Miyamoto a presentare assieme a Guillemot Mario+Rabbids è stata una grande spinta, con gioco sviluppato tra Milano, Francia e Giappone con il direttore creativo Soliani protagonista in sala d’una dedica del sommo papà dell’idraulico italiano con conseguente commozione in mondovisione. Protagonista forse anche d’un gioco destinato già a far parlare per lo sforzo di Nintendo a rendere disponibile (non la prima volta però) il suo brand più famoso, ma anche per la tipologia strategica stile X-Com di cui Mario sarà coinvolto assieme ai conigliozzi Ubisoft.

Il gioco uscirà a fine Agosto, per la felicità di tutti.

Senza dubbio il knock-out definitivo è stato l’annuncio di Beyond Good and Evil 2, che promette fin da subito di essere un gioco next gen,  sopratutto capace di portare innovazioni clamorose in termini di grafica, di open-world e intelligenza artificiale capace di rendere un intero universo vittima dei vari effetti atmosferici, insomma No Man’s Sky portato a qualcosa di compiuto e che abbia una trama, qualcosa che difficilmente vedremo tra il 2017 e il 2018.

Il tema ricorrente della conference sono le lacrime, qui Ancel se ne fa scappare una.

Rimangono un Transference con protagonista Eljiah Wood che si fa coinvolgere in un titolo VR misteriosissimo ma affascinante, in uscità per la primavera 2018; Skull and Bones qualcosa di naval-piratesco dove controlleremo una ciurma di pirati in una routine tipica per il loro stile di vita. A me affascina, altri hanno notato giustamente qualcosa di poco originale e vicino alla Ubisoft (Assassin’s Creed); Starlink con lo spazio di nuovo protagonista con una stravagante idea di implementare dei modellini di navi spaziali da combattimento nei joystick (con) delle proprie console, nessuna esclusa; Steep diventa gioco ufficiale delle olimpiadi invernali.

Superata ogni aspettativa.

Elettronics Arts

Sport, Star Wars, Fifa, Batterfield, la solita storia, senonché A Way Out, presentato in modo poco convenevole dal creatore e direttore Josef Flares, presenta un co-op dove dovremmo finalizzare e portare a termine un evasione dal carcere di massima sicurezza di due prigionieri, con coordinamenti motori, suspence e momenti d’azione che promettono una esperienza a cui credo in pochi saranno disposti, ma più che lodevole il tentativo.

Bethesda

Snobbata un po’ da tutti, ma hanno messo sul piatto un Doom e un Fallout 4 in VR che chi possiede un visore non deve perdersi per nulla al mondo, seguiti per Wolfenstein The Evil Within e Dishonored ben presentati e brand rinnovati con Skyrim su Switch e The Elder Scrolls legend. Tutto corredato da un’estetica cartonesca under 12 che faceva piacevolmente a cazzotti con tutto il resto.

PC

Pieno di indie interessanti, DLC di X-Com, Destiny 2, Killing floor, Shadow of War, Warhammer, Age of Empires ma due ore fatte di lungaggini infinite, inviati inutili, presentatore irritante nel suo essere simpa a ogni costo sposserebbe chiunque, senza contare la prosopopea tipica di quel mondo (l’autore di The Last Night che prende le distanze da Mario senza motivo) fanno sì che sia la conference peggiore.

Indie

Prima di tutto, la conferenza Devolver Digital:

Giustamente la domanda alla vigilia era: Chi li ospita? Quanto duderà? In quale bettola losangelina dormirano? Niente, 15 minuti registrati e mandati in pasto a giornalisti e gamers pieni d’ironia caustica come piace a me, prese per il culo a tutto il settore e media di riferimento, DUE giochi presentati, e modalità di partecipazione per i clienti fuori da ogni logica (e credibiltà?). Finale Carpenter al culmine d’un delirio da psicosi futuristica. Numeri uno. Fuori concorso.

Qui la lista delle chicchette che m’hanno incuriosito nell’oceano di giochi presentati.

The Last Night: Un plattform cinematico, un rigurgito eighties al contrario dove pixelart e estetica vicina a Blade Runner la fanno da padrone, non a caso la colonna sonora ha un qualcosa di Refn, che da sempre ha perso la ragione per certi suoni synthwave. Insomma riferimenti non così originali, volutamente accattivanti, ma il tutto sembra ben fatto e sembra portare il gaming indie verso nuove ambizioni.

 

Last Day of June: Interattività a sblocco storia, Steven Wilson e John Cope che prestano i loro servigi per una produzione italiana. Notevoli sforzi.

Artful Escape: Non ho idea di come possano aver abbozzato l’idea d’un musicista in erba che si perde con il suo chitarrone in una fantaforesta, ma lo stile grafico è eccezzionale e i WTF si sprecano con stupore. Journey zarro.

Milanoir: Italo do it better.

Semblance: Plattform deformante, rilassante, morbidoso, violaceo. Morbidoso is the word.

Yoku’s Island Express: Finalmente un flipper-plattform! E i leoni tornano a dormire stasera.

Unruly Heroes: Viaggio in Occidente versione action game plattformico con co-op e on-line disponibile. Affascinante.

Tunic: Zelda Aesthetic.

The Swords of Ditto: Wannabe Link 2 the Past.

Project Code: SHIFT: Voglio solo capire come fanno i samurai a volare e a camminare su pareti cibernetiche casuali.

Runner3 Hellooohoooo!

Claybook: Morbidoso.

Afterchange: L’uso dei colori temperati in questo modo mi porterebbe a giocare a qualsiasi cosa.

Ottimo E3, senza troppe fanfaronate.